Sono davvero lontani i tempi in cui nel corso del
paese c’era l’edicola, anzi edicola che vendeva
anche libri scolastici, gestita da Clara Di Michele

che poi nel lontano 1992 cedette l’attività a Fa-
brizio Moscherini, commerciante poliedrico e mul-
tiforme in quanto nel corso del tempo è stato for-
naio, gestore di negozio alimentare ed edicolante.

Oggi nel 2020, udite udite udite, nella valle del
Fino non c’è più un edicolante, e ciò rappresenta
un aspetto ulteriore dell’isolamento che oramai
attanaglia la nostra terra.
Abbiamo sentito chi è stato in trincea dal basso
a lavorare e sperare in un reddito con la vendita
dei giornali.
L’obiettivo è paragonare i numeri di un tempo con

i numeri di oggi per capire se mai ci sarà pos-
sibilità di tornare a comperare un giornale, che

potevi toccare e di cui sentivi l’odore di inchiostro
e di carta.

Fabrizio, sei stato pizzaiolo, fornaio, edicolan-
te. Da sempre commerciante impegnato nella

nostra realtà montefinese.

 

In che anno hai
aperto l’edicola a Montefino?

Nel lontano 1992 rilevavo l’attività di Clara Di Mi-
chele sita, come molti ricorderanno, lungo il corso

del paese. Era tabaccheria ma anche edicola e
vendita gadget. Spostai il negozio all’ingresso del
paese e allestii un’altra attività commerciale di
alimentari e pane vicino all’edicola.

Quali erano i numeri e i tipi di giornali venduti
in quei anni?
Erano davvero altri tempi, vendevo 20 copie di
quotidiani come il Centro, poi tante riviste come
Oggi, Gente, TV sorrisi e canzoni.
Sinceramente già allora il guadagno era esiguo,
tuttavia avevo entusiasmo e sentivo di rendere un
servizio. Per le news di provincia c’era il Centro,
altrimenti nulla.

Secondo te tornerà mai un’edicola sulla valle
come servizio e possibile fonte occupazionale
per una persona?

Secondo me no! Quando ho chiuso la vendita era
quasi vicina a zero con l’aggravante dei resi, di

tutto il lavoro generato e dei costi di trasporto al-
trimenti ogni mattina dovevo andare alle quattro

strade di Elice. A conti fatti quasi ci rimettevo
soldi.
Oltre ad internet cosa ha inciso pesantemente
nel comparto?

Internet ha ucciso il settore ma anche il crollo de-
mografico e la chiusura della scuola. Pensa che

lavoravo tanto con i ragazzi attraverso la vendita

delle figurine, dei giocattoli e dei prodotti di can-
celleria.

Domanda forse retorica. Il tuo negozio pieno
di riviste lo ricordano tutti. Che emozione hai
provato nel chiuderlo?

Un colpo al cuore perché io e mia moglie l’abbia-
mo creato e gestito con passione. Poi con difficol-
tà abbiamo deciso di ricominciare con la pizzeria

che abbiamo intenzione di allargare.
Si cambia, non c’era modo di tenere i giornali a
Montefino. Abbiamo resistito fino alla fine. Poi
senza rimpianti bisogna andare avanti ed oggi

forniamo un buon servizio con la pizzeria e fac-
ciamo conoscere il nome di Montefino.

Spesso scherziamo sulle 10.000 cartoline di

Montefino che hai in magazzino dal 1992. Quan-
te ne hai vendute?

Con le cartoline ho comprato un appartamento…
ovviamente scherzo, forse ne avrò vendute 2000 e
sono pure numeri.

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